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IL MIO PERIODO INSONNE (fatto di ansia e farmaci)

ansiainsonnia

“Ma tu hai mai momenti-no?”
“ Tu riesci sempre a mantenere un equilibrio perfetto?”

Quante volte mi sento fare questo tipo di domande da chi incontro nella mia attività o da chi mi segue online… Non sono un super-eroe e sono fatta di carne ed ossa……quindi la risposta viene da sé!
Diciamo però che, grazie alla mia professione, ho in mano degli strumenti che mi danno un grande aiuto nel mantenere un certo equilibrio.
ORA.
In passato è stato più difficile.

Sapevi, ad esempio, che anni fa, in uno dei momenti più bui della mia vita, ho attraversato alcuni mesi di insonnia totale? L’insonnia vera, costante, che non ti permette mai di ricaricarti, che ti toglie il riposo ogni santa notte, snervandoti, lasciandoti non pochi strascichi durante la giornata.
Ecco, io l’ho provata: temevo ogni sera il momento in cui avrei dovuto andare a letto, perché sapevo già in partenza che il sonno non sarebbe arrivato… Non mi sarei riposata un solo istante, pur essendo a pezzi. Sembra assurdo: sei stravolto eppure non riesci ad abbandonarti al sonno. Una sorta di tensione continua, che ti fa entrare in un circolo vizioso terribile. Ti è mai successo?

Ora vorrai sapere come ne sono uscita. Beh….iniziavo in quel periodo ad affacciarmi alla naturopatia, alla visione olistica dello star bene. Ma ero ancora ben lontana dell’intenso percorso fatto in seguito, non ero ancora così “immersa” in questo mondo e soprattutto mi mancava la consapevolezza, l’ascolto attento di me. Non avevo compreso che per stare meglio sarei dovuta partire innanzitutto dal rivedere alcuni aspetti della mia vita (apparentemente non stavo vivendo problemi insormontabili ed era  difficile per me, all’epoca, riconoscere le cause reali dei miei disturbi). E poi credevo che per un’insonnia così “importante” ci volessero necessariamente dei farmaci. E infatti la decisione fu di affidarmi proprio a questi: sedativo alla sera e antidepressivo al mattino (per dare un po’ di stabilità all’umore). Dosi minime ma per me comunque fortissime! Con il sedativo capitava addirittura che appena lo assumevo, piombavo quasi in trance, tanto che dovevo raggiungere velocemente il letto (barcollando!) per non cadere stesa a terra.
I farmaci mi aiutavano molto, è vero. Ma non certo a rimuovere la causa da cui era nato il tutto; mi davano dipendenza e al contempo avevano effetti troppo forti e “innaturali” per me.

Un giorno mi si è accesa una lampadina. Mi sono chiesta: voglio superare le mie ansie o nasconderle sotto la sabbia, mettendole a tacere, facendo finta che non esistano? E poi voglio proprio che il mio riposo e il mio umore dipendano dai farmaci? Io dove sono in tutto questo? Veramente non sono in grado di attingere alle mie risorse interne per affrontare con calma le cose e per risolvere il problema?

E così, gradualmente, ho abbandonato questa cura e intrapreso un percorso – senz’altro più faticoso – in cui ho lavorato su di me accompagnata dall’aiuto di una naturopata e dei suoi consigli. Ho tirato fuori tutta la mia forza e il mio potenziale per riemergere dal buio! (Attenzione: il mio non vuole essere un invito a non prendere psico-farmaci in assoluto. E’ ovvio che a volte sono realmente indispensabili per patologie vere e proprie).

Vuoi sapere perché ti ho raccontato questa storia? Perché passando attraverso questa esperienza, ho capito alcune cose importanti, valide per me ma che potrebbero esserlo anche per te:

• E’ sempre fondamentale ascoltarsi attentamente per non allontanarsi troppo da ciò che si è, dalla propria natura. Vivere sintonizzati con la nostra parte più autentica è la base per un buon equilibrio e per garantirci benessere. Se mi fossi ascoltata meglio, se fossi stata più “centrata”, più in sintonia con la mia essenza, avrei subito capito che lo stile di vita che avevo non mi apparteneva affatto e che questo vivere in modo “non mio” non poteva che crearmi un disagio, di cui l’insonnia era solo la manifestazione lampante.

Attivare le proprie risorse interne (e spesso ne abbiamo di insospettabili!) è sempre il modo migliore per uscire davvero da ogni situazione difficile, per quanto sia pesante e faticoso. Di questa esperienza a me ha “toccato” molto – negativamente – l’idea che il mio benessere dovesse dipendere da qualcosa di esterno (in questo caso i farmaci) e che io dovessi rimanere passiva e non protagonista nel tentativo di risalita.

• I farmaci a volte servono e sono inevitabili, ma quando non lo sono necessariamente e diventano mera dipendenza, oltre ad avere effetti collaterali, riescono solo a indebolire la tua forza di volontà, a coprire e sopprimere i messaggi del corpo – che hanno sempre un significato preciso.

• Io mi sono sentita più forte dopo questa esperienza, perché ho capito che se voglio posso farcela da sola. E sono certa che anche questa parentesi abbia avuto un senso per me come persona e per la mia successiva scelta professionale. Anche se sembra banale e scontato, le esperienze brutte e negative spesso ci capitano perché hanno un senso per la nostra vita e ci danno insegnamenti utilissimi per procedere nel nostro cammino in modo più equilibrato e consapevole.

Se stai vivendo anche tu un momento difficile e desideri affrontarlo, superarlo facendo emergere tutto il potenziale che c’è in te, se ti piace l’approccio olistico naturopatico, forse posso aiutarti. Dai un occhio qui.
Se, nello specifico, stai avendo problemi con il tuo riposo notturno, clicca qui per scaricare gratuitamente la mia piccola guida della buonanotte.

Alla prossima!

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